Un po’ di storia

Nel 1993 aveva inizio la storia di Casa Sant’Andrea.
Nata dall’idea di aiutare i giovani che, non avendo fatto il Seminario Minore e provenienti dal mondo del lavoro o dello studio, chiedevano di entrare in Seminario Maggiore…

Le pagine che seguono sono alcune righe che Don Daniele Prosdocimo, primo direttore della casa, ha steso per questo sito.

Le foto, invece, ricordano i volti di chi ha abitato questo luogo nei diversi anni.
Volti cari.
Alcuni di loro sono volti, ora, di presbiteri.
Altri, volti che hanno beneficiato di un’esperienza comunitaria che ha formato la persona per altri tipi di scelta.

Shalom è il saluto che, chi entra, trova all’ingresso della casa.
È anche il dono che quest’esperienza ha donato alla ricerca e al discernimento dei giovani che vi sono passati.

Segno dello Spirito Santo

di don Daniele Prosdocimo


Un grazie alla Chiesa di Padova, soprattutto al vescovo Mons. Antonio Mattiazzo e ai responsabili del seminario, per aver suggerito – quattordici anni fa – l’avvio d’una nuova comunità vocazionale per giovani e adulti: la “Casa Sant’Andrea“.

Voleva essere una risposta ad esigenze concrete che venivano emergendo sia nella pastorale vocazionale, sia all’interno del seminario vescovile: un andare incontro con maggior attenzione a giovani e adulti desiderosi di una ricerca più profonda del progetto di Dio sulla loro vita, di una verifica più precisa della prospettiva sacerdotale e di una formazione più forte alla sequela dell’unico maestro.

Ricordo che nell’equipe educativa dei formatori del Seminario durante gli anni ottanta, quando sempre di più giovani dalle parrocchie chiedevano di entrare in seminario maggiore, si discuteva se far diventare il biennio prima della domanda di ammissione per candidarsi al sacerdozio, un triennio da vivere dentro il seminario stesso; era il tempo che stavano nascendo in alcune diocesi lombardo-venete delle comunità propedeutiche al seminario, come a Verona nella “Casa San Giovanni Battista” oppure a Bergamo e Treviso.

A giugno del 1991, il vescovo Antonio, in sintonia con il rettore Mons. Giuseppe Zanon, mi propose esplicitamente di cominciare questa piccola grande avventura in una casa alla periferia di Padova – zona Mandria – che doveva essere recuperata, perché da due anni era stata chiusa. Di proprietà dell’”Associazione Casa Serena”, questo posto era stato per lunghi anni un segno di carità diocesana nei confronti di donne ex-detenute (con la presenza amorevole delle suore Elisabettiane). Terminato questo servizio, il presidente dell’associazione, Avv. Pio Maturo, si era reso disponibile con il vescovo perché la gestione della casa, data in comodato gratuito al seminario, fosse utilizzata nel campo delle vocazioni.

Questo germe, voluto fermamente dal nostro vescovo Antonio, ha cominciato a fiorire il 9 gennaio 1992. Quel “vieni e vedi”, che Gesù ha detto all’apostolo Andrea, ha risuonato in tante coscienze fin da subito, allargandosi poi nel miracolo di scelte radicali.

Io, che provenivo da un ministero tra gli educatori nel primo e secondo anno di teologia, fui nominato direttore e Don Giuseppe Toffanello responsabile della vita spirituale della comunità. Nell’esortazione apostolica “Pastores dabo vobis” (1992), Giovanni Paolo II invitava tutte le chiese “a programmare una qualche forma specifica di accompagnamento formativo” (n.64) per le vocazioni adulte. Eravamo sollecitati a lanciarci nella nuova sperimentazione con tanta creatività, sicuri che la chiesa ci aveva indicato la strada, ma stava a noi tracciarla ogni giorno con gioia e fatica, qualche volta sbagliando e tuttavia già subito i sette giovani che arrivarono ci diedero la certezza che il Signore benediceva questa opera ed erano entusiasti di collaborare.

Anche Don Danilo Fantinato, direttore del Centro Diocesano Vocazioni, aveva collaborato perché partisse i’esperienza preparando questi giovani e dando il suo apporto per il progetto educativo.

Gli obiettivi fondamentali da perseguire si riassumevano:

  • in una introduzione alla preghiera, sia liturgica che personale, da attuare con metodo e regolarità, scoprendo Cristo morto e risorto come centro della propria esistenza, e come colui che ti chiama a realizzarti;
  • in una conoscenza di se stessi, che è capacità di leggersi” e verificarsi sugli aspetti della personalità, evidenziando le maturità raggiunte e le eventuali fragilità ancora presenti;
  • un progressivo avvio ad una vita di comunità di stile evangelico, per un discernimento vocazionale con degli educatori ed amici. Proprio la vita comunitaria vissuta nella condivisione e in uno stile semplice e familiare era una grande scoperta per questi giovani e riempiva di gioia i cuori;
  • inoltre si cercava, valutando caso per caso, un adeguamento culturale attraverso studi idonei per affrontare la teologia.

Questa proposta educativa aveva il pregio di essere sempre personalizzata al massimo e procedere con tanta gradualità considerando da una parte le situazioni diversificate da cui arrivavano i giovani, dall’altra la forza di una chiamata che spingeva ad arrivare a mete grandi.
Negli anni che seguirono questo disegno provvidenziale si andò sempre più perfezionando grazie anche ai tanti giovani che si prendevano a cuore la comunità, al sostegno del vescovo e del seminario con cui si lavorava in strettissima collaborazione.
Ringrazio il Signore per l’azione costante dello Spirito Santo che ci dà di poter contare sempre su “nuovi pastori” e continuare così l’opera della missione dell’annuncio del Vangelo, della celebrazione dei sacramenti, della testimonianza della carità.

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2016 NUOVA SEDE PER “CASA SANT’ANDREA”

Versione 2A distanza di 23 anni, nel novembre 2016 “Casa Sant’Andrea” ha lasciato il territorio della Mandria e ha spostato la sua sede a Rubano (Pd), nell’edificio prima completamente del Seminario Minore. Le difficoltà economiche del Seminario, ma anche il desiderio di investire ulteriormente nella pastorale vocazionale, hanno portato gli educatori del Seminario a scegliere di chiudere e vendere gli ambienti precedenti, bisognosi di grossi e costosi interventi di manutenzione, e di procedere al trasferimento negli ambienti del Seminario Minore, realizzato da pochi anni e dotato di spazi più che adatti alla comunità vocazionale. Il 30 novembre 2016, il vescovo Claudio ha benedetto i nuovi ambienti.

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