È IL TEMPO DELLA COMUNITÀ
La 58a giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
A58 anni dalla prima edizione, viviamo anche quest’anno nella quarta domenica di Pasqua la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Il titolo è tratto dal numero 141 dell’esortazione apostolica Gaudete et exultate di papa Francesco: «A due a due». É un’espressione che orienta la preghiera della comunità e, allo stesso tempo, indica chiaramente la strada da percorrere per accompagnare i giovani nella scoperta della propria vocazione.
Ogni scoperta vocazionale avviene in un contesto di vita cristiana vissuta insieme ad altri – almeno due (cf. Mc 6,7) – e la fedeltà alla propria vocazione si realizza continuando a camminare insieme agli altri credenti, in una diversità di scelte di vita che diventano stimolo reciproco sulla via della fedeltà al vangelo. Ecco allora la preghiera da rivolgere al Signore: una richiesta di aiuto perché ci sostenga a vivere la fede camminando insieme, imparando gli uni dagli altri, accogliendo e favorendo la comunione che rivela Dio piuttosto che il proprio io. In questo tempo contrassegnato dal Covid-19, ma anche da un virus altrettanto tremendo quale l’individualismo, sembra quanto mai opportuna questa sottolineatura per la comunità cristiana. «A due a due» è un’espressione che viene a incoraggiarci ad affrontare l’isolamento, la paura e l’incertezza motivati dalla pandemia, ma già presenti anche prima nella nostra società e nella Chiesa e a conferma-re uno stile di vita autenticamente cristiano,
«perché la comunità non è un agglomerato di singoli, ma la famiglia in cui integrarsi, il luogo dove prendersi cura gli uni degli altri, i giovani degli anziani e gli anziani dei giovani, noi di oggi di chi verrà domani. Solo ritrovando il senso di comunità, ciascuno potrà trovare in pienezza la propria dignità» (Francesco, Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale della CEI, Roma, 30 gennaio 2021).
La dimensione comunitaria della fede, il suo essere compagnia di fratelli è la grande esperienza da riscoprire nella Chiesa per essere ancora luogo in cui maturi la santità e i giovani possano trovare lo stimolo e l’aiuto necessari per fare della propria vita un dono. Forse oggi ha poca importanza parlare di pastorale delle vocazioni, quasi distinguendola dal resto dell’agire ecclesiale. Ha più senso, piuttosto, impegnarsi perché l’intera pastorale sia generativa, non tanto un insieme di attenzioni e attività utili a mantenere l’esistente bensì un percorso per dare alla luce credenti, per accompagnare gli adulti a vivere con fede i propri impegni e i giovani nella scoperta di sé e del proprio posto nella comunità e nel mondo.
«Questo è il tempo per essere artigiani di comunità aperte che sanno valorizzare i talenti di ciascuno. È il tempo di comunità missionarie, […] che guardino negli occhi i giovani delusi» (Ibidem)
La strada per questo rinnovamento nella nostra Diocesi è già aperta, ma ha bisogno di essere scelta nuovamente in ogni singola parrocchia. Penso all’itinerario di iniziazione cristiana che chiede ai genitori di rimettersi in cammino di fede e cerca di accompagnare i ragazzi dietro al Signore: è necessario che ogni consiglio pastorale parrocchiale lo riprenda in mano e lo completi offrendo un percorso comunitario dai tratti catecumenali anche agli adolescenti e ai giovani. Parte di questo lavoro è già stato tratteggiato nelle Linee progettuali di pastorale giovanile della nostra Diocesi che indicano nell’accompagnamento personale dei giovani da parte della comunità il sentiero da percorrere per aiutarli a diventare cristiani: perché non prenderle in mano seriamente e, da buoni artigiani, mettere mano alla pastorale comunitaria?
«A due a due» ritorniamo davanti al Signore e guardiamo con i suoi occhi la nostra vita. Troveremo tanti volti che l’hanno accompagnata, laici, consacrati, preti, uomini e donne che ci hanno aiutati a essere ciò che siamo, a riconoscere e vivere la nostra dignità. «A due a due» chiediamogli insistentemente di regalare questa esperienza ai ragazzi e ai giovani delle nostre comunità, perché non manchino loro occasioni, contesti e testimoni che li aiutino a orientarsi nella vita e farla diventare un servizio gioioso. «A due a due» torniamo alla vita comunitaria per condividere la gioia di aver incontrato il Signore e di farci compagni di strada di ogni giovane.
don Silvano Trincanato
direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale delle vocazioni
(Articolo tratto dal CorCordis di Aprile 2021. Per altri articoli visita la pagina dedicata)