Scritto e vissuto
Alcuni pensieri maturati lentamente e intensamente vissuti dall’anima del Barbarigo.
Ritroviamolo come egli fu veramente, senza lustrini, nelle pagine del suo diario e in alcuni suoi memoriali.
Per fare la volontà di Dio
«Per fare la volontà di Dio sono venuto al mondo. Quando non abbia a farla, è meglio morire.
Questo solo deve essere il mio fine, fare la divina volontà in tutto. Essa è la causa esemplare, efficiente e finale.
Non devo guardare in che vaso è posta, se di piacere o di dolore […]. Preferendo però la povertà e l’obbrobrio, come vasi adoperati da nostro Signore».
Dio, fine supremo, dolcissimo fine
«…credo, signore, che voi mi siete padre. E m’è dolce abbandonarmi in voi.
Vi benedica il mio intelletto, pensando soavemente sempre a voi; staccandosi da ogni altro studio che non sia voi; nettandosi da ogni falso assioma.
Vi benedica la mia volontà compiacendosi unicamente di voi; vedendo l’allegrezza con cui operate tutte le cose in me, con cui le operate nel mio prossimo.
Vi ringrazio, Signore, di quei doni che avete dato al mio prossimo, meglio assai che se li aveste dati a me. Io me ne sarei servito male…»
Il servo di Dio deve avere…
«…un intelletto largo, ma perso nella sapienza eterna; una volontà grande, ma persa nella provvidenza divina; un cuore magnanimo, ma tutto nella potenza di Dio. Anzi, non deve avere intelletto, né volontà, né cuore; ma la sapienza, la bontà, la potenza di Dio devono governarlo.
Dentro di noi sta il Regno dei cieli. Non abbiamo da far altro che operare per esso; e, considerando la nostra nobiltà, cercare di non degenerare».
«Non cercare la cosa più perfetta da fare, ma fare ogni cosa in modo perfetto».
«Nelle cose di Dio, bisogna sempre persuadersi di potere di più di quello che si può».
«Il lavoro deve essere quotidiano, come il pane; e durare ogni giorno più del giorno».
«Travagli a questo mondo non ci hanno mai a mancare. A noi sta farli tali, o cambiarli in consolazioni. Tutto è grazia».
«Niente di quello che mi fa inquieto, timido, ansioso, viene da Dio, ma è suggestione del demonio e dell’amor proprio».