Signore, quanto profondi i tuoi pensieri! (Sal 92,6)
Strutturare la Pastorale delle Vocazioni a Padova attraverso una vision a cinque livelli dà slancio e creatività nel continuare le ottime iniziative degli ultimi anni e nell’avventurarsi in qualcosa di nuovo. Una visione chiara permette di appassionarsi fissando alcune mete, intuire con gusto potenzialità di persone e situazioni, rimanere recettivi e pronti per cogliere le occasioni di annuncio e di accompagnamento che possono crearsi.
Questa proposta vocazionale si inserisce in quella attenzione che la Diocesi ha dal Sinodo dei Giovani per il cammino di fede – Simbolo – e nel desiderio di una fede che arrivi a essere criterio esigente di scelta, stile gioioso di relazione, parola esplicita di testimonianza. Arrivare ad ammettere a se stessi e agli altri di credere in Dio che ama, significa dare a Lui ascolto e sentire che chiama.
Frutto di tre mesi di dialogo, condivisione e confronto tra l’équipe del Seminario, le Pastorali dei Giovani, degli Adolescenti e delle Vocazioni, l’impostazione tiene conto di prospettive diverse e “polari”: il cammino del singolo e la vita della comunità, la proposta a tutti e l’attenzione ad alcuni più disponibili, il contributo del parroco e il servizio dei fedeli laici, i tempi brevi e la maturazione a lungo termine, l’annuncio esplicito e il silenzioso paziente affiancamento. Sono emersi cinque livelli descritti attraverso dei verbi: qualificare, accompagnare, scorgere, discernere e formare. Questi livelli sono come sezioni di un imbuto: da una sezione ampia, la più ampia possibile, si arriva ad uno spazio ristretto dove concentrare forze e competenze.
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«Siamo chiamati per nome!» (Papa Francesco, GMG Lisbona 2023)
Primo livello: qualificare in senso vocazionale le realtà e le attività che già esistono nelle nostre parrocchie e in Diocesi. Significa dare qualità e profondità vocazionali alla vita di bambini, adolescenti, giovani, e adulti. Ogni proposta pastorale può far sorgere la domanda vocazionale, può far percepire che Dio chiama e coinvolge. Si pensi a catechesi, grest, campiscuola, riunioni del CPP, sagra, cori, percorsi biblici, ecc.: tutta la vita può essere risposta a Dio che chiama, tutto può prendere questa prospettiva che poi alimenta la generosità della risposta e allarga gli orizzonti della singola persona, a qualsiasi età.
Secondo livello: accompagnare chi è più sensibile. Significa allenare lo sguardo degli adulti e degli educatori fino a riuscire ad accorgersi di quei ragazzi e di quelle ragazze che sono sensibili alla dimensione della vocazione, hanno a cuore quello che Dio potrebbe chiedere alla loro vita, desiderano rispondere sul serio alla sua chiamata e sentono promettente il costruire insieme a Dio una scelta di vita.
Terzo livello: scorgere “la Luce all’orizzonte”. È il livello dedicato all’anno della maturità, un tempo pieno di emozioni, domande, paure, progetti, sogni. È un anno in cui lo sguardo si apre al futuro. All’orizzonte dei maturandi ci sono scelte importanti e anche una Luce speciale da “scorgere”: Gesù e la fede in Lui. Scegliendo per l’università o per il lavoro si può essere illuminati dal Signore e in quella scelta si può scegliere Gesù stesso.
Quarto livello: discernere tra le varie vocazioni. Qui si è confermato l’ottimo itinerario del Percorso ChiamalaVita. Nella ricerca vocazionale si offrono strumenti e testimonianze per esplorare le vocazioni e leggere il proprio vissuto spirituale. Si insiste, inoltre, che un giovane e una giovane all’inizio di ogni anno formativo, alla fine dell’estate, possano scegliere in base alla propria agenda e alle proprie esigenze tra sei ambiti di lavoro personale: preghiera, Parola di Dio, affetti e sessualità, discernimento, servizio, vita fraterna. Per questi ambiti l’Ufficio raccoglie e fa conoscere le varie proposte formative presenti nel territorio diocesano. Siamo convinti che lì il Signore fa sentire forte la sua voce.
Quinto livello: formare quella vocazione specifica. La persona innamorata di Gesù e capace di testimoniare la sua fede, sente attrazione per una certa forma di vita, per una certa missione di dono di sé. La Diocesi, perciò, mette a disposizione le sue competenze per dare forma a questa vocazione (preti, consacrati, sposi, diaconi, ecc.) verso una risposta definitiva e gioiosa al Signore capace di alimentarsi della vita sacramentale, della preghiera personale, delle relazioni in comunità e della Parola viva.
L’ “imbuto” poi si riapre in tutte quelle attività, strumenti e percorsi per custodire, alimentare, testimoniare e rinnovare, ogni giorno, la propria vocazione scelta: una sorta di sintesi dei cinque livelli che si trasformano rispettivamente in vita di fede, speranza e carità “di qualità”, accompagnamento spirituale, lettura evangelica della propria realtà, discernimento quotidiano personale e sinodale comunitario, auto-formazione.
«Coraggio! Àlzati, ti chiama!» (Mc 10,49)
Non temere, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni (Is 43,1)