1993 · 7 gennaio · 2023: trent’anni! (+1)
Ad un anno esatto dal 30° compleanno di Casa Sant’Andrea pubblichiamo il racconto del pellegrinaggio vissuto con i giovani in discernimento allora nella Casa.

Il segno con cui Casa Sant’Andrea ha scelto di chiudere il trentesimo anno di vita della comunità è stato un viaggio – pellegrinaggio ad Amalfi e alla sua cattedrale che custodisce il corpo di Sant’Andrea apostolo.

Partiti alle 6:30 di giovedì 1° giugno, l’obiettivo era vivere la Messa e un momento di ritiro nella cripta di Amalfi il sabato mattina per ringraziare quanto vissuto come comunità, affidare i passi futuri di ognuno e le tante intenzioni di preghiera ricevute nei giorni precedenti la partenza.

Nonostante l’attesa del ritiro, ricordo bene la sorpresa che ho provato arrivati ad Amalfi sabato mattina, un luogo tanto bello quanto affollato e caotico. E così anche la sua cattedrale!

Capiamo inoltre che l’unica possibilità per la Messa è la partecipazione ad una celebrazione in lingua francese per un gruppo di bambini proveniente dall’isola dell’Union (arcipelago delle Antille, Oceano Atlantico, Sud America).

Avevo immaginato il momento del ritiro come un tempo personale e di raccoglimento ma non sarebbe stato così. Confesso che alla sorpresa iniziale per la folla presente ad Amalfi si è aggiunto anche un po’ di sconforto: che senso aveva ora il viaggio?

Le pretese personali però sono state spazzate via subito dalle presentazioni prima della celebrazione; il sacerdote accompagnatore del gruppo ci racconta così che Sant’Andrea è il patrono della loro comunità e per questo viaggio in Italia hanno voluto dedicare una tappa per un saluto al corpo del loro Santo. Il loro entusiasmo e la motivazione della loro presenza in un luogo così distante da casa mi ha aiutato ad intuire cosa significa sentirsi parte della Chiesa e della sua Storia.

È l’incontro con questa comunità che ha illuminato di senso per me tutte le tappe del nostro viaggio: la visita alla cattedrale di Orvieto, l’accoglienza nel Seminario campano interregionale di Posillipo, la visita di una Napoli in festa per lo scudetto della sua squadra, l’avvicinamento ad Amalfi sotto un nubifragio in una strada di montagna stretta e tortuosa e ancora la Messa nel santuario mariano di Pompei.

Perfino il viaggio di ritorno, infinito a causa del traffico e delle code lungo tutta l’Italia, in fondo non mi è sembrato privo di senso passato nel camper insieme alla mia comunità.

Articolo della Rivista del Seminario, Cor Cordis 2023/3

Daniele Cazzin
seminarista di I anno