Quest’anno, il trentesimo di Casa Sant’Andrea, abbiamo proposto e vissuto con rinnovata convinzione tre aspetti della vita nella Casa: l’autonomia, la sobrietà e la Provvidenza.
A Casa Sant’Andrea desideriamo che un giovane possa esprimere o possa raggiungere una certa autonomia personale: la gestione e cura della casa, la preparazione dei pasti, un piccolo lavoro che permetta di contribuire alle spese (se il lavoro si concilia con i ritmi della comunità). Per lo stesso obiettivo ad alcuni proponiamo il servizio civile universale.
La sobrietà poi è lo stile di vita della Casa e delle relazioni che viviamo, senza rinunciare alla bellezza, all’accoglienza, alla gioia, ma liberi dagli eccessi. Ci aiuta a riconoscere l’essenziale e a dar valore a quello che conta veramente, ad accorgerci delle nostre povertà e a riconoscere con Dio i bisogni veri. La fraternità “Il Mese” con altri giovani, maschi e femmine, è diventata per Casa Sant’Andrea la tappa iniziale dell’anno di discernimento: una condivisione sobria di vita e di fede.
Infine, coltiviamo lo sguardo sulla Provvidenza attraverso un senso di gratitudine verso quello che Dio fa per noi, molte volte in maniera inaspettata. Non sono mancati quest’anno doni concreti – offerte in denaro, generi alimentari, oggetti utili in casa – da parte di persone che vogliono bene alla nostra comunità, e dei giovani stessi che frequentano la Casa. Questo ci educa a essere noi stessi segno di Provvidenza: la nostra generosità può essere la Provvidenza per altri, strumento di un Dio generoso che chiama.
→ Articolo completo ne La Difesa del popolo del 17 settembre 2023
don Mattia Francescon
direttore di Casa Sant’Andrea e Animatore Vocazionale Diocesano