di don Giampaolo Dianin


Lo scorso 18 luglio il vescovo Antonio ha annunciato alla diocesi la nomina di mons. Claudio Cipolla come Vescovo di Padova. Le campane della Cattedrale e delle chiese della diocesi hanno suonato a festa, accompagnando emozioni intense e anche un po’ di commozione. Anzitutto nei confronti del vescovo Antonio perché ventisei anni non sono pochi e hanno segnato la nostra Chiesa. E poi per questo parroco che, come un povero, ha bussato alla nostra porta chiedendo di essere accolto. Vogliamo in questo editoriale dire il nostro grazie al vescovo Antonio e dare il nostro benvenuto al vescovo Claudio.

Dopo aver salutato al mattino il clero nell’incontro tradizionale che si celebra ogni anno, la sera del 18 giugno il vescovo Antonio è venuto in Seminario per i secondi vespri di san Gregorio. Con semplicità e sobrietà abbiamo detto anche noi il nostro grazie al Vescovo che ha ordinato generazioni di preti e seguito con costanza e affetto la vita del seminario: sappiamo tutti della proverbiale memoria del vescovo Antonio che conosceva i seminaristi uno a uno e ricordava tutto di ciascuno. Nei miei colloqui con lui non era necessario richiamare dati o portare qualche foto perché lui aveva sempre tutto ben presente.

Non è mai mancato alla Scuola di Preghiera, apprezzandone l’impegno, l’impostazione e credendo in questa bella opportunità. Ha creduto e difeso il Seminario minore in tempi in cui non mancavano e non mancano dubbi e domande sul suo futuro. Ha voluto e inaugurato Casa S. Andrea donando al Seminario l’edificio di via Rovereto che era stato regalato alla diocesi.

In questi sei anni di servizio come rettore del Maggiore posso ringraziare il vescovo Antonio per la sua fiducia nei confronti del nostro lavoro di educatori e per la sua consapevolezza della delicatezza e della complessità di accompagnare dei giovani al presbiterato. Anche quando qualche giovane prete gli procurava preoccupazioni, non ho mai sentito un rimprovero per il nostro lavoro ma la consapevolezza, da parte sua, che il Seminario aveva fatto con cura tutto quello che si poteva fare e che il ministero apre pagine nuove che vanno sempre affrontate in un contesto nuovo.

E poi la nascita della Facoltà teologica, con la disponibilità a mettere a servizio delle diocesi del Triveneto una parte dell’edificio del Seminario. La convenzione con i gesuiti per l’importante biblioteca di Gallarate che ora è ospitata nella biblioteca moderna della Facoltà. È stato un percorso tutto in salita che ha comportato un impegno economico che ancora oggi pesa sulle spalle del Seminario, ma che è stato anche la realizzazione di un sogno coltivato fin dagli anni del Concilio.

Non sono mancate fatiche e prove per lui e anche per noi: la vendita del seminario di Tencarola che, dopo tanti anni, ancora è motivo di sofferenze per la nostra diocesi; qualche momento di incomprensione in tempi passati per alcune scelte educative e oggi, immagino, il disagio di lasciare al suo successore un Seminario che se gode buona salute a livello di impostazione e di proposta formativa, sta attraversando una vera emergenza numerica.

Accanto al grazie al vescovo Antonio vogliamo dare il benvenuto tra noi al vescovo Claudio. All’annuncio della nomina è seguita la lettura della lettera che il Vescovo eletto ha inviato alla diocesi, una lettera umile, affettuosa e intensamente evangelica. Tra le righe ha voluto dedicare qualche parola anche al nostro Seminario e di questo gli siamo profondamente grati. Abbiamo subito percepito nelle sue parole attenzione e amore nei confronti di questa esperienza di Chiesa così importante e delicata.

Ecco le sue parole: «Un abbraccio, sincero, affettuoso, colmo di speranza a tutti i parroci e a tutti i presbiteri e diaconi della diocesi: con loro soprattutto voglio abitare perché conosco bene la bellezza della vocazione pastorale, ma conosco anche le fatiche della quotidianità. Spero di poter sostenere, con vera dedizione paterna, il nostro Seminario». Queste poche ma precise parole ci riempiono il cuore: sappiamo già da ora che il Vescovo sarà vicino al Seminario e noi respireremo la sua delicata paternità.

Il 21 luglio ho avuto la gioia di andare nella sua parrocchia assieme a una delegazione padovana, consegnandogli l’ultima annata del nostro Cor Cordis, e il 23 luglio nel suo primo incontro con Padova ha voluto venire in Seminario. L’abbiamo accolto con gioia e gli abbiamo detto queste semplici ma sentite parole: «Credo che ti ritroverai nel tipo di formazione squisitamente pastorale che è nella nostra tradizione: pastori con l’odore delle pecore, pastori che abbiano la forma del Pastore. San Gregorio diceva che il Seminario è il “cor cordis”, il cuore del cuore del Vescovo. Non vogliamo privilegi, il popolo di Dio ti attende e noi possiamo stare in un angolino. Ci basta sentire la tua paternità, ci basta sentire che ci parli del Vangelo e che ci sproni a uscire per sporcarci le mani nella costruzione del regno. Questa è casa tua, qui ci sono coloro che nei prossimi anni tu ordinerai preti e saranno, se così si può dire, i “tuoi preti”. Qui c’è un bel gruppo di docenti che potranno essere un aiuto per il tuo ministero, quando tu lo vorrai».

Non è compito di queste pagine raccontare la biografia del vescovo Claudio che ormai tutti conoscono. Io sono stato colpito dal suo sguardo e da due occhi che sembrano raccontare una persona buona, umile, semplice, che saprà voler bene ai preti e al Seminario con quella tenerezza che tanto piace a papa Francesco.

«Coraggio, alzati, ti chiama» è il suo motto episcopale. Parole a noi care perché la guarigione di Bartimeo ci ha accompagnato in una recente Missione Giovani e quel brano evangelico lo abbiamo meditato a lungo. Il coraggio di Bartimeo nel lasciare il suo mantello e seguire Gesù sia anche del nostro nuovo Vescovo e anche delle generazioni di seminaristi e di preti che lui avrà la gioia di ordinare e di inviare.

Il vescovo Claudio ha chiesto, anzi ha pregato, di essere accolto: da parte nostra le braccia sono aperte e il Seminario è pronto a seguire e sostenere il suo ministero pastorale e anche le scelte che insieme prenderemo per il bene del Seminario. A lui chiediamo quello che è giusto chiedere a ogni pastore: che ci parli del Vangelo, che ci provochi ad essere sempre esigenti e radicali nella sequela del Maestro, che ci aiuti a discernere ciò che lo Spirito vuole dirci in questo momento difficile per le vocazioni al ministero ordinato.

«Coraggio, alzati, ti chiama». Vale per te, caro vescovo Claudio, ma sentiamo anche nostre queste parole. Con te ci rialziamo e ci mettiamo in cammino.