Il cammino dei giovani entrati in comunità.

Il 4 ottobre, uno dopo l’altro, sono arrivati in tarda mattinata a Casa Sant’Andrea i tre giovani che, insieme a me e a don Giuseppe, erano pronti a cominciare un anno di vita comunitaria, così da proseguire il discernimento vocazionale e prepararsi all’eventuale ingresso in Seminario Maggiore.

Le loro storie sono molto diverse. Gabriele, di 27 anni, lavorava in una Cooperativa con delle persone con disabilità: ci siamo conosciuti ad un corso di esercizi spirituali a Villa Immacolata e, dopo un primo periodo di accompagnamento spirituale, ha frequentato lo scorso anno il gruppo vocazionale diocesano. Antonio, di 21 anni, era studente universitario: seppure ci fossimo conosciuti già prima, è stato durante un camposcuola estivo lungo il fiume Sile, a luglio 2018, che nel confronto personale è emersa la possibilità di cominciare il gruppo vocazionale diocesano. Matteo, di 23 anni, lavorava in un supermercato: con lui ci siamo conosciuti a fine aprile di quest’anno, per poi iniziare un dialogo frequente che lo ha portato al camposcuola vocazionale estivo e alla scelta di entrare in comunità.

Il contatto avviene in tanti modi: chi, mosso da una chiara domanda vocazionale, si fa avanti da solo, scrivendo una mail oppure facendo una telefonata. Chi, invece, chiede un dialogo spirituale e, un po’ alla volta, incontro dopo incontro, lascia emergere la risposta ad una domanda profonda del cuore. Chi, invece, provocato da un adulto significativo viene incoraggiato a prendere in mano la propria vita e a confrontarsi su quale direzione darle.

Ogni giovane, poi, compie un itinerario di ascolto e di verità, fatto di dialogo personale, confronto con la Parola di Dio, preghiera personale e servizio, nel quale scopre i segni della chiamata del Signore. Il cammino di un giovane non è programmabile o prevedibile, come d’altra parte non lo è alcun percorso di discernimento. Discernere la volontà di Dio significa rimanere costantemente aperti alla sua parola, pronti a lasciarsi sorprendere da nuove comprensioni lungo la strada.

Se da un lato questa prospettiva può creare incertezza, chiedendo grande libertà di cuore, dall’altra è un costante invito ad accompagnare le persone con grande rispetto e libertà, desiderosi soltanto che scoprano la volontà del Signore e la accolgano nella propria vita.

don Silvano Trincanato,
direttore di Casa Sant’Andrea