Cf. Lc 1,26-30
Ciao a tutti! Sono Denis, un giovane di 22 anni, e vengo dalla parrocchia di Pozzonovo. In questo momento vivo a Casa Sant’Andrea, luogo in cui si verifica se si è chiamati al sacerdozio o meno.
Sono qui per raccontare alcune cose della mia vita a partire dal brano del Vangelo in cui è narrata l’annunciazione dell’angelo a Maria. Mi colpiscono anzitutto le prime due parole che l’angelo rivolge a Maria: “Non temere”. La prima volta in cui mi sono sentito chiamato da Dio, mi trovavo in un momento un po’particolare della mia vita. Era una calda domenica del 2015, e il mio parroco aveva appena comunicato alla comunità che avrebbe dovuto cambiare parrocchia. In quel momento mi sembrava che la terra franasse sotto i miei piedi, mi sentivo smarrito. Provavo timore, ma allo stesso tempo alcune domande avanzavano lentamente dentro di me: “E se fossi io al posto suo? Se anch’io fossi prete?”.
Qualcosa in me era cambiato. Percepivo l’importanza di queste domande, ma non capivo ancora bene cosa significassero. Soprattutto, avevo paura. Avevo paura di lasciare le mie certezze, l’idea di diventare un insegnante di lettere, sposato, con dei figli. Per cui misi preferii smettere di interrogarmi, e di proseguire con la vita di sempre.
“Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”: La grazia che Maria ha trovato è dovuta al fatto che Dio sta agendo in lei, chiamandola per mezzo delle parole dell’angelo a un compito preciso, cioè quello di concepire Gesù. Quelle domande che il Signore aveva posto in me nel 2015, si ripresentarono nel 2016. Alla GMG di Cracovia mi sono sentito chiamato una seconda volta al sacerdozio, sentivo che Dio mi aveva veramente donato questa grazia. Decisi di parlarne con il nuovo parroco che mi accompagnò a Casa Sant’Andrea. Iniziai a partecipare al Gruppo Vocazionale Diocesano, per verificare se la grazia che sentivo in me proveniva veramente da Dio.
Dio fa a Maria una promessa “grande”, così grande che Maria è turbata. Allora Dio la rassicura, tramite le parole dell’angelo: infatti in greco antico la parola ἄγγελος significa messaggero.Dopo alcuni incontri del Gruppo, sentivo che in me si era fatta strada una certa confusione, e anche una discreta paura, perché non capivo più se ero chiamato realmente al sacerdozio, mi sembrava di non aver capito realmente quale vocazione Dio aveva scelto per me. Ma per fortuna ho avuto due messaggeri, il direttore del Gruppo Vocazionale e il mio padre spirituale, che mi hanno aiutato a fare chiarezza incoraggiandomi a meditare la Parola di Dio. Grazie alla meditazione sul Vangelo, ho potuto fare la chiarezza necessaria per accettare la promessa di Dio: nel mese di Luglio del 2017, decisi di entrare a Casa Sant’Andrea.
Ormai l’anno di Casa Sant’Andrea sta finendo, siamo nel periodo delle grandi decisioni. Le mie paure, le mie incertezze verso il futuro non si sono dissipate del tutto, del resto durante quest’anno mi sono accorto di alcuni miei limiti, di alcune mie mancanze, e permane in me un certo senso di inadeguatezza rispetto al sacerdozio. Ma grazie alla figura di Maria, che ha scelto di accogliere la promessa di Dio affidandosi a Lui, ho capito che l’unica cosa utile per me è fidarmi dell’Altissimo, affidare a Lui tutta la mia esistenza, anche i miei limiti, anche i miei difetti. Solo così posso seguire l’esempio di Maria e accettare anch’io la “grande” promessa che Dio mi ha fatto.
Chiedo all’Altissimo che ogni uomo e ogni donna di questa Terra trovi il coraggio per “non temere” ed accettare la “grande” chiamata del Signore.