Il nuovo anno formativo della comunità vocazionale

Ad ottobre Casa Sant’Andrea ha accolto tre nuovi giovani: lasciamo siano loro a presentarsi e a raccontarci qualche tratto della vita comunitaria. “La vita quotidiana – racconta Marco di 24 anni, originario di Piovene Rocchette (Vi) – è scandita da alcuni momenti di preghiera, in particolare le Lodi mattutine e la Compieta alla sera: sono occasioni di ricerca quotidiana di una relazione con il Padre insieme a tutta la Chiesa, intensificati dalla dimensione comunitaria e dalla fraternità che c’è tra noi. Ci facciamo voce unica rivolta a Lui, ricordando non solo la nostra quotidianità, ma anche le molteplici situazioni del vivere di chi insieme a noi nella Chiesa prega. Può capitare che le Lodi mattutine siano accompagnate anche dal sonno, ma credo che il Signore, da vero Padre, guardi con simpatia o quasi con tenerezza a questo nostro pregare a volte un po’ annebbiato”. “Al momento della mia scelta non avevo compreso quanto sarebbe stato intenso il ritmo di quest’anno – racconta Loris di 32 anni e di Peraga di Vigonza (Pd) –. Tra le lezioni di greco, latino e storia della filosofia alla Facoltà teologica e lo studio pomeridiano, si snodano alcuni incontri catechetici comunitari, incontri biblici e i momenti di spiritualità settimanali. Una formazione a tutto tondo che ci aiuta ad approfondire la bellezza della fede da vari punti di vista. Da un mese circa abbiamo iniziato anche il servizio di carità che ci porta a contatto con i poveri, malati e sofferenti presso Casa Santa Chiara, le Cucine economiche popolari e il Centro di ascolto Caritas diocesano”. Aggiunge Ivan di 22 anni e di Perarolo di Vigonza (Pd): “Dopo i primi imbarazzi, che sono durati davvero poco, si è creata fra noi una relazione familiare e fraterna, che ci permette di vivere un tempo, dedicato e pensato per noi, piuttosto che occupare uno spazio. Nel mese di novembre abbiamo fatto insieme il trasloco della sede da via Rovereto a Padova agli ambienti del Seminario Minore a Rubano (Pd): questa esperienza ha provocato un po’ di scompiglio e amarezza, ma non è venuta meno la nostra fraternità. Quante semplici risate accompagnano le nostre giornate, aiutandoci a cogliere il dono che si cela dietro ad ogni conquista e ad affrontare la fatica. Il vivere con dei fratelli permette anche di imparare a vivere con sé stessi: grazie alle correzioni spontanee e benevole degli altri, ci si accorge di alcuni tratti del proprio carattere che potrebbero risultare fastidiosi e pesanti; allora ci si arma di lima e si cerca, con calma e pazienza, di smussare quegli spigoli della propria personalità su cui ci si può far male”. È cambiata la sede della comunità vocazionale – vi invitiamo a farci visita! – ma non sono cambiate le motivazioni che la sostengono: offrire ai giovani un cammino utile per conoscere ulteriormente la propria vocazione e prepararsi a un eventuale ingresso in Seminario Maggiore. Ora, dopo 23 anni dalla sua apertura, Casa Sant’Andrea riparte con rinnovato slancio.

don Silvano

 

(Dal Cor Cordis di dicembre 2016)