Il percorso spirituale per i giovani di Casa S. Andrea

 

«A cosa mi chiama il Signore nella sua Chiesa?» Questa la grande domanda che giustifica un anno di sospensione e di ascolto per chi è accolto a Casa S. Andrea. La chiamata della Chiesa si sente in modo chiaro a ridosso dell’ordinazione, quando il vescovo sceglie quelli che gli presenta il rettore.

I candidati stessi perciò devono capire se è Lui a chiamarli, devono imparare ad ascoltare il Signore. Ascoltare vuol dire esercitarsi a vedere, capire il più possibile quello che avviene attorno. Vedere anzitutto il bene per cui cantare la lode del Signore davanti e insieme ad altri, imparando da Gesù che gode di un Padre che si rivela ai piccoli. Vedere anche il male, per provare compassione, anche qui imparando da Gesù che si commuove: di fronte al lebbroso, alle pecore disperse senza pastore, agli affaticati ed oppressi che hanno bisogno di un giogo leggero. Saper ascoltare richiede accorgersi di essere, in tutto questo, dei chiamati. Chiamati a lodare, riconoscenti per le tante cose che avvengono e che ricordano Gesù. Chiamati a compiere le “opere più grandi” che lui ha promesso di far gustare al mondo tramite i suoi tralci.

Ascoltare il Signore vuol dire anche non lasciarsi incantare da idoli o da demoni: idoli che promettono chissà quali felicità, demoni che tolgono ogni speranza all’umanità.

Ascoltare il Signore vuol dire anche lasciar parlare tutto quello che la nostra comunità chiede ogni giorno. La cucina, la pulizia, lo studio, la vita insieme, gli incontri, lo stare con gente che soffre o ha problemi, la dedizione alla vita parrocchiale o dei gruppi, prepararsi… sono, certo, cose che possono distrarre, togliere energie, sconcentrare dalla ricerca, far perdere tempo, far sentire umiliati, mettere sotto esame, sfidare il perfezionismo, ecc. ma possono anche nascondere-rivelare parole del Signore, inviti, chiamate, nelle quali lo Spirito ci es-ercita (ex-arceo vuol dire far uscire dal chiuso).

Esercitarsi a cogliere una preghiera, un bisogno, una chiamata, sotto quello che in genere la nostra società chiama rifiuto, umiliazione o ingiustizia, apre all’azione dello Spirito. E la preghiera e meditazione di ogni giorno sono luoghi in cui quello che è avvenuto in Gesù ci aiuta a cogliere i significati di quello che avviene oggi in noi, corpo di Lui.

 

A cura di don Giuseppe Toffanello

Padre spirituale di Casa S. Andrea