Al discepolo che gli chiede di insegnargli a pregare, Gesù risponde: «Quando pregate, dite: Padre» (Lc 11,2a). Non c’è forse scena migliore nei Vangeli che mostri il desiderio umano di crescere nella non facile arte della preghiera. Desiderio che, in un certo modo, nasce da Gesù stesso: è vedere il Signore pregare che suscita nei discepoli la voglia di imitarlo; ma non ne sono capaci. Uno, allora, chiede. Gesù non si sottrae e ci regala le parole che, prese dalla versione dell’evangelista Matteo, sono diventate il Padre nostro.
È da questo desiderio che prende le mosse la Scuola di Preghiera del Seminario maggiore, quest’anno realizzata in collaborazione con la Pastorale giovanile diocesana. Un cammino in sette tappe alla scuola del Maestro perché, se mai si finisce di imparare a pregare, è sempre possibile fare qualche passo in avanti.
Meditando proprio sulla preghiera di Gesù, nel primo incontro abbiamo riconosciuto come la preghiera cristiana sia un’esperienza fondamentale nella nostra relazione di figli con il Padre. Agli Eremitani a dicembre – tempo di regali e pensieri per gli altri – abbiamo approfondito la preghiera di intercessione. A gennaio rifletteremo sulla preghiera di domanda: se Gesù stesso ci invita a chiedere con insistenza, perché non sempre la nostra preghiera viene ascoltata?
Febbraio sarà il momento di lode e ringraziamento: la preghiera è anche gratitudine per i doni che riceviamo, per quanto di buono succede attorno a noi. In quaresima vedremo come nell’ora della prova non sia scontato trovare rifugio nella relazione con Dio; eppure c’è una preghiera anche nei tempi che attraversiamo con fatica. Infine, a maggio, la veglia per le vocazioni ci porterà sostare sulla preghiera per il discernimento.
Materia quindi davvero ricca quella della preghiera, non facile da imparare. Ecco perché dobbiamo sempre tornare a scuola dal Maestro. Infatti, come il bambino impara a parlare perché padre e madre gli parlano, così nella preghiera noi impariamo a parlare a Dio perché Lui ci ha parlato e ci parla. Come ci ricorda Bonhoeffer in Introduzione alla preghiera: «Se vogliamo pregare con certezza e gioia, la parola della sacra Scrittura dovrà essere la solida base della nostra preghiera. Qui sappiamo che Gesù Cristo, Parola di Dio, ci insegna a pregare. Le parole che vengono da Dio saranno i gradini salendo i quali giungiamo a Lui».
Davide Ciucevich