di Nicola Cauzzo

 

Con la lectio divina sul capitolo 18 del Vangelo di Matteo si è aperta l’esperienza di “promozione e correzione fraterna” che noi seminaristi di III e IV anno abbiamo vissuto dal 6 all’11 luglio 2015 nell’eremo di Camaldoli (AR). Un’esperienza molto particolare, carica di significato e di importanza per le nostre relazioni con il Signore e con i fratelli e, da un certo punto di vista, impegnativa da preparare e da vivere. Dopo un’attenta preparazione personale (spirituale e pratica), portata a termine nelle settimane che precedevano quest’esperienza, e un momento di lectio divina, ci siamo impegnati in una giornata ad incontrare personalmente ogni nostro compagno per “promuoverlo”, riscontrando i suoi aspetti positivi, i suoi doni e cercando, con umiltà, di dare qualche consiglio per continuare la sua crescita nelle relazioni. Un’altra giornata, l’abbiamo dedicata per comunicare a ciascun compagno gli “aspetti limite” che ci sembrano presenti, le reazioni che questi suscitano in noi e, sempre con molta umiltà e semplicità, qualche suggerimento. Questa dimensione personale della promozione e della correzione fraterna è stata seguita da una risonanza comunitaria, in cui in gruppo sono stati condivisi i frutti di questi incontri.

«Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello». Questo versetto per me è stato il cuore di quest’esperienza e mi ha aiutato a viverla con tutta la mia persona, sentendola rivolta a me e non solo come un “prezzo da pagare”. Ho sperimentato come il Signore ci ha chiamati a guadagnare i fratelli all’amore e alla misericordia che Lui ha per tutti noi, suoi figli, e ad allenare il cuore per essere veramente fratelli in Cristo. E quest’aspetto l’ho toccato con mano nella concretezza del dialogo personale con i fratelli: da timoroso che ero partito, mi sono sentito amato, portato avanti con stima, con carità e con misericordia dai fratelli sia in quelli che sono stati gli aspetti della mia persona da promuovere, sia negli aspetti limite.

Potrebbe esserci stato il rischio che vivessimo questo momento di grazia sperando che dopo il dialogo personale con noi i nostri fratelli cambiassero subito ciò che a noi sembrava non andasse bene in loro, ma è stato attentamente evitato.

Ringrazio il Signore per tanta grazia ricevuta e Gli chiedo che questo allenare il cuore per essere veramente fratelli in Lui non rimanga nell’eremo di Camaldoli ma possa essere vissuto anche nella quotidianità della vita del Seminario.