In memoria di mons. Sandro Panizzolo
ripubblichiamo il suo editoriale del settembre 2008,
quando era rettore del Seminario.

È questa una domanda difficile e affascinante ad un tempo. La comunità che Gesù voleva è una comunità di fratelli e di sorelle, che diventa segno del Regno di Dio che spunta. È una famiglia nuova che vive rapporti nuovi di amore e un atteggiamento radicale di servizio, di solidarietà, di non violenza. E una realtà in cui sono banditi le strutture di dominio ei rapporti improntati alla violenza. Gesù pensa ad una società alternativa, in cui si viva diversamente rispetto al mondo, una società che sprigioni un fascino che rende leggere le dure esigenze del Regno, una comunità riconciliata e liberata da cui si irradi il messaggio della riconciliazione e della libertà. […]

Solo se viviamo in pieno la nostra “differenza”, ancora diritto di cittadinanza in questa società. Solo se nuotiamo comunicare nell’esperienza della gioia, dell’amore, della speranza di Dio, possiamo la fede. Solo se le nostre comunità sono sovrabbondanti di Dio, potranno essere vendita della terra e luce del mondo. E il discorso di ieri, di oggi e di sempre. […] All’inizio del nuovo anno pastorale, siamo provocati ad andare all’essenziale, a chiederci cosa sia veramente importante nella nostra vita, dove stia il cuore del nostro essere cristiani, il centro di tutto da cui ripartire. La risposta la conosciamo: il centro di tutto è Cristo, pienezza e sovrabbondanza di gioia, di amore, di speranza, di vita.Da qui nasce il dinamismo fondamentale che deve caratterizzare le nostre comunità cristiane: quelle parrocchiali, religiose, i gruppi, le associazioni. Il discorso vale per tutti! Bisogna trovare compattezza attorno a Cristo e, allo stesso tempo, apertura per la missione. Con Cristo al centro, siamo chiamati a vivere in un equilibrio dinamico tra appartenenza alla comunità e apertura al mondo, movimento centripeto e movimento centrifugo, superando gli opposti riduzionismi della dispersione e della. Vivere in questo modo è una grande sfida per tutte le nostre comunità cristiane che abitano un tempo che qualcuno ha definito dell’incertezza. […] superando gli opposti riduzionismi della dispersione e della chiusura.Vivere in questo modo è una grande sfida per tutte le nostre comunità cristiane che abitano un tempo che qualcuno ha definito dell’incertezza. […] superando gli opposti riduzionismi della dispersione e della chiusura. Vivere in questo modo è una grande sfida per tutte le nostre comunità cristiane che abitano un tempo che qualcuno ha definito dell’incertezza. […]

La Chiesa, dunque, per esporre il mistero che porta dentro, è chiamata a porsi continuamente in un atteggiamento di riforma; ad andare “oltre le forme”, come diceva mons. Sartori; a conformare senza sosta il suo volto al dono dell’agape che la vivifica nelle sue fibre più intime. Sia così il nuovo anno pastorale della nostra Diocesi e quello formativo del nostro Seminario!