Dodici nostri Seminaristi hanno partecipato alla Giornata Mondiale di Lisbona quest’estate. Hanno vissuto quei giorni accompagnando ciascuno un gruppo di giovani a cui sono legati per il servizio pastorale che svolgono. Esperienze e modalità di pellegrinaggio molto diverse, ma tutti provocati dalla “fretta buona” di Maria, che dopo l’annuncio della sua vocazione si è messa in cammino con la grinta e la determinazione di chi desidera scorgere i segni ulteriori della chiamata di Dio. Ecco le risonanze di quattro di loro!
“Vivere l’incontro programmato della GMG, insieme alla mia Diocesi di Padova, in questo tempo formativo a Torino, al SERMIG, mi ha fatto capire quell’importanza delle ‘radici’ che Papa Francesco ci ha ricordato durante la veglia del sabato sera. Radici riscoperte nel viaggio, negli incontri, nelle catechesi del mattino e in tutto questo tempo. Quando si è fuori casa per un po’ di tempo, il rischio grande è di vedere solo il presente, dimenticandosi da dove si proviene, dalla storia e dal tempo che ti hanno portato fin lì. In particolare nella catechesi guidata dal Vescovo Claudio sulla riconciliazione, mi sono sentito accolto nella preghiera che lui ci ha consegnato: ‘La grazia, la misericordia, la pace di Dio raggiunga il tuo cuore, anche nei suoi angoli più segreti e nelle sofferenze più lontane’. Ritrovarmi peccatore per poter ricominciare dall’incontro con Gesù, dal fatto che lui Ama e perdona già quegli sbagli che io proprio non riuscirei a perdonarmi, guarendo il mio cuore. Mi sono ripetuto spesso e ancora adesso: ‘Abbi fede, abbi coraggio, non temere'”
“Delle tante provocazioni ricevute in quei giorni una in particolare mi ha colpito. Durante la veglia finale il Papa ha detto: ‘Quando vediamo qualcuno, un nostro amico, che è caduto, cosa dobbiamo fare? Sollevarlo. Fate caso a quando uno deve sollevare o deve aiutare una persona a sollevarsi. Che gesto fa? Lo guarda dall’alto in basso. L’unica occasione, l’unico momento, in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso, è per aiutarla a rialzarsi!’. Questo lo sento importante per me come stile da avere nelle realtà dove sarò chiamato ad essere”
“Adesso, quando la domenica recito il Credo, subito mi ricordo di quello sguardo a 360 gradi dato al Parco Tejo: alla GMG mi sono sentito parte di una Chiesa, che seppur variegata e sparsa ovunque, resta ‘una, santa, cattolica ed apostolica’. Per il mio cammino, inoltre, ho messo nello zaino quella parola comparsa nel cielo durante la veglia: ‘alzati’. Una parola dall’’alto’, un verbo che riecheggia bene in questo mio tratto di strada, un invito per me”