Dodici nostri Seminaristi hanno partecipato alla Giornata Mondiale di Lisbona quest’estate. Hanno vissuto quei giorni accompagnando ciascuno un gruppo di giovani a cui sono legati per il servizio pastorale che svolgono. Esperienze e modalità di pellegrinaggio molto diverse, ma tutti provocati dalla “fretta buona” di Maria, che dopo l’annuncio della sua vocazione si è messa in cammino con la grinta e la determinazione di chi desidera scorgere i segni ulteriori della chiamata di Dio. Ecco le risonanze di quattro di loro!

 

“?? ????? ?̀ ???????????, sottolinea con forza il papa alla GMG.
Un buon riassunto dell’intero anno formativo di Seminario, trascorso alla luce delle figure di Madeleine Delbrêl e san Francesco di Sales.
La prima, autrice tra le altre cose di una raccolta di meditazioni dal titolo: ?? ????? ?? ???????; il secondo, che visse la missione non scontata di predicare in mezzo a un popolo di un’altra confessione.
?? ????? ?̀ ???????????, dunque. La GMG: cesura e trait d’union tra il prima e il dopo. Giro la pagina allora: 2023-24, eccomi!”
Filippo, IV anno

 

“Vivere l’incontro programmato della GMG, insieme alla mia Diocesi di Padova, in questo tempo formativo a Torino, al SERMIG, mi ha fatto capire quell’importanza delle ‘radici’ che Papa Francesco ci ha ricordato durante la veglia del sabato sera. Radici riscoperte nel viaggio, negli incontri, nelle catechesi del mattino e in tutto questo tempo. Quando si è fuori casa per un po’ di tempo, il rischio grande è di vedere solo il presente, dimenticandosi da dove si proviene, dalla storia e dal tempo che ti hanno portato fin lì. In particolare nella catechesi guidata dal Vescovo Claudio sulla riconciliazione, mi sono sentito accolto nella preghiera che lui ci ha consegnato: ‘La grazia, la misericordia, la pace di Dio raggiunga il tuo cuore, anche nei suoi angoli più segreti e nelle sofferenze più lontane’. Ritrovarmi peccatore per poter ricominciare dall’incontro con Gesù, dal fatto che lui Ama e perdona già quegli sbagli che io proprio non riuscirei a perdonarmi, guarendo il mio cuore. Mi sono ripetuto spesso e ancora adesso: ‘Abbi fede, abbi coraggio, non temere'”

Matteo, III anno

 

“Delle tante provocazioni ricevute in quei giorni una in particolare mi ha colpito. Durante la veglia finale il Papa ha detto: ‘Quando vediamo qualcuno, un nostro amico, che è caduto, cosa dobbiamo fare? Sollevarlo. Fate caso a quando uno deve sollevare o deve aiutare una persona a sollevarsi. Che gesto fa? Lo guarda dall’alto in basso. L’unica occasione, l’unico momento, in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso, è per aiutarla a rialzarsi!’. Questo lo sento importante per me come stile da avere nelle realtà dove sarò chiamato ad essere”

Damiano, V anno

 

“Adesso, quando la domenica recito il Credo, subito mi ricordo di quello sguardo a 360 gradi dato al Parco Tejo: alla GMG mi sono sentito parte di una Chiesa, che seppur variegata e sparsa ovunque, resta ‘una, santa, cattolica ed apostolica’. Per il mio cammino, inoltre, ho messo nello zaino quella parola comparsa nel cielo durante la veglia: ‘alzati’. Una parola dall’’alto’, un verbo che riecheggia bene in questo mio tratto di strada, un invito per me”

Marco, V anno