di don Raffaele Gobbi, rettore del Seminario vescovile, in Lettera Diocesana 2022/07

«Ci vuole più vivere dentro». Anni fa san Giovanni Paolo II, facendo visita alla vicina Diocesi di Vicenza e incontrando i giovani, così si espresse, forzando in qualche modo l’italiano, da par suo. Era il 1991… ma l’attualità dell’invito è ancora viva.

Molte persone, compresi i giovani, non sono affatto contrarie o del tutto disinteressate alla dimensione spirituale dell’esistenza: lo mostra in qualche modo l’osservazione più attenta e lo confermano alcune recenti indagini (cfr. soprattutto (D)io allo specchio, Giovani e ricerca spirituale, a cura di Paola Bignardi e Domenico Simeone… e simili). Il Seminario, composto da giovani com’è e spesso in relazione con giovani per le sue attività formative, lo può attestare; e perciò è un laboratorio interessante e una sorta di antenna che può bene captare questo scenario, non tramontato, ma molto differente dal passato.

Di fatto la forma, le “traiettorie” e l’intenzionalità del credere si scostano molto dall’orizzonte classico in cui siamo abituati a porci. Prima di tutto perché la ricchezza della tradizione spirituale della Chiesa patisce da decenni un forte oscuramento per il pregiudizio anti istituzionale imperante e per l’oggettivo accumularsi di scandali che rendono la Chiesa come istituzione uno dei luoghi dove meno ci si aspetta qualità spirituale…

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