Che festa e che gioia!

È giusto essere riconoscenti a chi ricopre ruoli di responsabilità, e anche pregare per loro e fare festa con loro. Riempie di gioia, però, solo farlo lontano da logiche di potere spicciolo, di vita brillante ed evanescente, di interessi meschini e superbi, ma vicino al Signore, con chi Gli sta donando tutto, lasciando da parte ogni maschera.

Rendo grazie a Dio, allora, per la preghiera e la cena condivisa giovedì con il vescovo Lucio, presto a São Félix do Araguaia (Brasile, Mato Grosso) per convertirsi ancora, esercitando il ministero che gli è affidato. E che emozione toccare la Chiesa che, pur solo un segno nel mondo, comprende tutta la terra, uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione con l’abbraccio dolce e vero di una mamma!

Questi alcuni punti dell’omelia, predicata a braccio dal vescovo:
– un ringraziamento sincero e motivato al Seminario sia per il periodo della formazione, sia per i primi anni di ministero come animatore vocazionale al Minore, e per il costante e rifiorito sostegno a lui da parte della Chiesa di Padova e del Seminario in questi giorni;
– un breve ricordo del professor Leonardi, dalle ampie vedute teologiche, anche ardite, ma con un amore filiale e fedelissimo alla Chiesa;
– l’importanza non solo della pazienza, ma anche dell’ascolto di Dio nel periodo di formazione, nel ministero, e in tutta la vita;
– una custodia personale della domanda vocazionale in ogni frangente, per non perdere di vista il cammino cristiano;
– la condivisione dell’intima certezza che non si può battere la strada del ministero ordinato se il cuore non arde di amore per il Vangelo, e se non è questo il centro. Senza alcun dubbio, se così non fosse meglio lasciar stare;
– l’indicazione di amare Dio e il suo popolo, senza temere di sporcarsi con il “fango” di cui noi e il popolo siamo impastati;
– una preghiera per le vocazioni al presbiterato, di uomini che prima di ascoltare gli altri sono stati in grado di ascoltare sé stessi e che tentano di riconoscere e seguire la voce di Dio, anziché il proprio ombelico;
– una preghiera per chi è già presbitero, perché possa vivere una rinnovata Pentecoste e spendersi con gioia per il Vangelo, ponendosi sempre in cammino, disponibile all’ascolto.

Obrigado de nossa parte, dom Lucio!

 

Filippo, V anno