Questo che sta per concluder­si non è stato un anno come gli altri. In questi ultimi mesi, un insieme di esperienze, incontri e testimonianze ha raccolto e dato una dire­zione a quanto abbiamo ascoltato e su cui ci siamo confrontati con compagni e formatori durante i sei anni di seminario. Innanzitutto è stato un anno segnato dalla novità: vivere il quotidiano di una comunità, di una fraterni­tà presbiterale, di un territorio abitato da più parrocchie. Tanti aspetti che, se da una parte durante i primi anni di seminario non si ha l’occasione di vivere, dovendo dedicare un maggior tempo alla formazione “residenzia­le”, dall’altra delineano alcuni dei tratti fon­damentali propri di un presbitero. Tratti che, in certi momenti e in alcuni ambiti, provoca­no a ripensare il proprio stare in parrocchia e tra la gente, cercando continuamente il modo migliore di sentirsi parte di una comunità ri­conoscendo il Signore accanto nel cammino.

Monselice, inoltre, ha permesso un con­fronto aperto anche con una sorta di plurali­tà: di parrocchie, di realtà, di modi di fare e di pregare. Essere in servizio in sei comunità contemporaneamente mi ha permesso di respirare e toccare sei tratti diversi con cui Dio si fa presente in mezzo a noi. Esigenze, abitudini, tradizioni, storie e molto altro che ogni paese ha e che ho avuto la fortuna di iniziare a incontrare e a conoscere in questi mesi; una ricchezza “comunitaria” che, seppur a volte con qualche difficoltà, viene mes­sa in condivisione tra chi fa lo stesso tratto di strada in un territorio comune.

Molto di quanto ho vissuto nelle parroc­chie del Duomo, Carmine, San Giacomo, Marendole, Schiavonia e Ca’ Oddo non sa­rebbe stato possibile senza l’accoglienza e il coinvolgimento da parte delle persone che abitano questi luoghi. Come nelle esperien­ze precedenti, anche questa volta non sono mancati numerosi incontri e relazioni che con il tempo sono cresciute arrivando a dare pian piano ad ogni volto un nome. Ancora una volta, le relazioni con le persone si sono rivelate un tassello importante dell’esperien­za pastorale: in esse si manifesta il volto amo­revole e misericordioso di Dio, grazie ad esse si riceve – a volte con sorpresa – la forza e la spinta per rinnovare il proprio sì al Padre.

Marco Scagnellato
diacono del Seminario di Padova

Articolo della
Rivista del Seminario
CorCordis 2025/3

foto di Nicolò Luisetto – Seminario Insieme