Vi ho dato l’esempio

 

Con il gesto dell’imposizione delle mani, accompagnato dalla preghiera di ordinazione, il 29 ottobre, alle 16.30 nella Basilica Cattedrale di Padova, saremo ordinati diaconi in vista del presbiterato. Siamo (in foto da sinistra, dopo il rettore) Mirko Gnoato di S. Cuore di Romano d’Ezzelino, Andrea Miola di Praglia, Fabio Casotto di Marsango, Federico Talone di Codiverno e Alessio Rossetto di S. Bortolo di Monselice. I nostri cammini sono giunti a questa tappa da strade diverse e personali, ma ci accomuna un profondo desiderio di metterci in gioco per servire la Chiesa. Sappiamo di essere insieme a tante persone che testimoniano ogni giorno l’amore di Cristo e anche noi desideriamo intraprendere questo cammino sull’esempio del Maestro che serve.

Si tratta di un dono straordinario che riceviamo da Dio che, con la forza del suo Spirito, ci costituirà ministri nella sua Chiesa, ad immagine del Figlio suo. Con il primo dei tre gradi del ministero ordinato, saremo configurati a Cristo servo che con l’esempio della sua stessa vita ci chiama a fare della nostra esistenza un dono al prossimo. Il cammino che ci ha condotti a questa meta, grazie al lavoro di tante persone che si sono prese cura di noi, è stato ricco e articolato… Il discernimento personale con la guida del rettore e del padre spirituale, il confronto con la vita comunitaria, il servizio pastorale e la preghiera: siamo così stati aiutati a scoprire in profondità cosa significhi amare la Chiesa rispondendo positivamente all’appello di Cristo. Nelle tappe che ci hanno preparato a questo momento siamo stati provocati a fissare lo sguardo sulla persona di Gesù, vero e unico maestro, che ci ha chiamati al dono totale ed incondizionato della vita.

L’immagine che abbiamo scelto per il diaconato è un mosaico del gesuita Rupnik rappresentante la lavanda dei piedi: essa è prefigurazione della Pasqua del Signore, del suo totale dono di sé sulla croce per la nostra salvezza. Ecco ciò su cui vorremmo fondare il nostro futuro ministero: su quel gesto del lavarci i piedi gli uni gli altri, nel quotidiano servizio vicendevole dell’amore. (a cura di Andrea Miola)