Dal 6 all’11 luglio noi del primo e secondo anno abbiamo vissuto la nostra esperienza estiva ad Assisi accompagnati da don Giovanni, il nostro assistente, alla riscoperta del grande Santo patrono della nostra penisola. San Francesco è forse uno dei santi maggiormente conosciuti in qualsiasi parte del mondo, ma come tutti i grandi personaggi che riescono a dire qualcosa a qualsiasi persona e tempo della storia, anche lui rischia spesso di essere mal interpretato: alcuni, infatti, lo vedono solo come un santo ever green, una sorta cioè di naturalista ante litteram, oppure altri lo pensano semplicemente come l’hippie dei poveri, contrario a qualsiasi istituzione e alla ricchezza corrotta della Chiesa. Sono immagini in parte corrette, certo, ma che non rendono giustizia dell’immensa piccolezza di questo grandissimo uomo, cristiano, santo. Io stesso credevo di conoscerlo, ma la mia immagine su di lui si limitava a un insieme piuttosto confuso di avvenimenti della sua vita caratterizzati da un “folle” amore per la povertà. Il viaggio ad Asissi, invece, è stata l’occasione per incontrare un santo che interroga costantemente la mia esistenza da seminarista: infatti, visitando i luoghi più significativi della sua vita, tra cui Assisi, La Verna e la Valle Reatina, ho potuto legare insieme le diverse immagini che spesso si hanno su di lui attorno a quello che è il centro autentico della sua vita e della sua esperienza. Francesco d’Assisi è un autentico santo perché è un folle! Sì, folle di amore per Dio: quanto è labile il confine tra santità e follia! San Francesco è l’uomo del Cantico delle Creature perché ama follemente il Creatore. San Francesco è il cristiano della riforma della Chiesa perché ama tutta la Sposa del suo Signore. San Francesco è il santo della povertà perché è ricco dell’amore di Cristo. Capire e portare tutto questo nel cuore è stata una meravigliosa scoperta che mi chiama in causa profondamente: io, come uomo, cristiano e seminarista, vivo davvero la mia scelta, così “folle” e radicale per i nostri giorni, perché follemente innamorato di Colui che per primo mi ha amato?
di Stefano Bartolomei