Il rinnovamento del Minore
Il Seminario minore, ormai da qualche mese, è un susseguirsi di cantieri, che non riguardano solo la struttura muraria, ma principalmente il cammino formativo dei ragazzi e il ripensamento di questo istituto diocesano.
In giugno, terminato l’anno di formazione, sono iniziati i lavori di risistemazione degli ambienti per la comunità dei seminaristi. C’è stato un grande sforzo di pittori, elettricisti, volontari, insieme ad alcuni preti del seminario che hanno diretto i lavori con costanza e operatività, per essenzializzare, dare ordine, recuperare oggetti ed arredi. Se ne sono accorti i 18 ragazzi delle superiori che usufruiscono con la massima cura degli ambienti per la preghiera, lo studio, il tempo libero e il gioco e ne stanno diventando più consapevoli i 17 più “piccoli”. La fatica impiegata ha messo in luce il valore educativo di un ambiente sobrio, che irraggia bellezza.
Oltre alla cura degli ambienti, abbiamo deciso di “precisare ed essenzializzare” la proposta formativa, evitando la troppa frammentazione, le molte attività, dando un posto centrale allo studio, alla vita spirituale e di comunità.
Il tema proposto negli orientamenti pastorali diocesani – In questa sosta che la rinfranca – e le indicazioni del vescovo Claudio nell’omelia di inizio anno ci hanno permesso di elaborare un “programma” di comunità che consente ai ragazzi di fare dei passi concreti a livello umano, cristiano, vocazionale e culturale:
– sostare nelle cose essenziali (vita spirituale, studio, relazioni, ricerca vocazionale…);
– sostare per approfondire (il valore del rimanere su ciò che mi viene proposto);
– sostare per ascoltarsi e conoscersi meglio (tempi di gratuità, attività fatte insieme…);
– sostare nella preghiera.
“Sostare” diventa lo stile quotidiano, tenendo presente che ci sono anche i “divieti di sosta” (nel vivacchiare, nel perdere tempo…). Queste indicazioni tengono presente che con i ragazzi delle medie e gli adolescenti delle superiori sono prioritari i cammini di gruppo e personali.
Quest’anno ci sono delle novità anche sul versante degli educatori. Don Marco Cappellari e don Mattia Bozzolan, rispettivamente assistente dei giovani delle superiori e assistente dei ragazzi delle medie, sono anche animatori vocazionali per le corrispondenti fasce di età. Questa scelta ci dice quanto la pastorale vocazionale sia in fase di ripensamento. La nomina di preti che collaborano in maniera fattiva con i seminari e gli animatori vocazionali sta ad indicare che il rinnovamento della pastorale vocazionale passa attraverso la parrocchia e le zone pastorali così pure la scelta di unificare la direzione di Casa Sant’Andrea con la guida dell’ufficio di pastorale vocazionale della diocesi.
Casa Sant’Andrea e le attività vocazionali
L’altro grande cantiere è l’arrivo a Rubano di “Casa Sant’Andrea”. Terminata la risistemazione per il Minore sono iniziati i lavori per accogliere i giovani e gli educatori di questa casa di formazione e di animazione vocazionale. La nuova comunità si stabilirà nella palazzina sopra le cucine e la sala da pranzo dei seminaristi e sarà del tutto autonoma anche per quanto riguarda l’ingresso.
Sentiamo la presenza di Casa Sant’Andrea come un ulteriore segnale di attenzione del vescovo e della nostra chiesa per la pastorale delle vocazioni, infatti il seminario di Rubano progressivamente assumerà il ruolo di centro di pastorale vocazionale diocesano.
Già da alcuni anni la nostra casa ospita molte iniziative pastorali della diocesi, oltre a quelle specificatamente vocazionali: in un anno passano per Rubano migliaia di giovani e ragazzi che partecipano alle varie proposte. Tra queste va ricordato il ruolo prezioso del “Gruppo Davide” che, da oltre dieci anni, riunisce una ventina di adolescenti della diocesi desiderosi di approfondire il loro cammino di fede e per intuire l’eventualità di seguire Cristo nella vita presbiterale. Il “Gruppo Davide” con la sua proposta declinabile in sei punti (tenere nel quotidiano gli occhi puntati su Gesù, attraverso una regola di vita, nella direzione spirituale, intuendo ed elaborando il progetto di vita, nel confronto con testimoni, educando al senso della comunità ecclesiale), ha orientato molti ragazzi e giovani a continuare la loro ricerca vocazionale in seminario minore, a casa sant’Andrea e poi in seminario maggiore. Sarebbe utile che tanti giovani avessero la possibilità di vivere esperienze così intense di ricerca vocazionale.
Il Natale per le vocazioni
Il tempo liturgico che stiamo vivendo ci aiuta ad affrontare con ottimismo le sfide che l’impegnativo ed esaltante cantiere vocazionale ci propone. Gesù, il Verbo di Dio, viene a portarci la Vita. È Dio che compie il primo passo verso di noi. La Sua nascita è una novità che aspetta di essere accolta. Da questa accoglienza, che scombina tanti schemi di un tempo e di oggi, viene a noi la salvezza, quella vera. Abbiamo bisogno di fiducia, la stessa che hanno sperimentato i pastori all’annuncio degli Angeli. Abbiamo bisogno della loro umiltà, ma soprattutto di occhi per vedere la Luce che rompe le tenebre della notte. È la condizione per gustare l’oggi gioioso di Dio che viene. In ogni caso la fatica di lavorare nel cantiere delle vocazioni è una fatica benedetta, simile a quella di colui che ha costruito la sua casa sulla roccia: è faticoso leggere i “segni” dei tempi e dare sufficienti risposte, perché domanda tanta flessibilità, tanta disponibilità a mettersi in ascolto di Dio e del mondo, insieme, però, a tanta gioia.
Allora Buon Natale, buon incontro con Gesù, perché è lui la chiave di volta delle nostre persone. Buon Natale a coloro che domandano di essere aiutati a capire la loro vocazione dalla nostra testimonianza di vita. Buon Natale a tutte le persone di buona volontà che hanno a cuore i poveri.
a cura di don Antonio Oriente (prorettore del seminario minore)